In qualsiasi epoca ed in qualsiasi condizione socio economica non si può prescindere dall’associare la vendita alle migliori strategie di marketing.

Le attività di marketing sono il motore principale per far crescere gli acquisti dei nostri clienti.

Nell’epoca economica che stiamo vivendo le attività di marketing sono il motore principale degli acquisti, poiché sono proprio queste che spingono a desiderare, e spesso acquistare, un determinato prodotto o servizio.

Che si tratti di un retail o della grande distribuzione organizzata poco importa, il marketing crea logiche e dinamiche di acquisto studiate ad hoc sulle caratteristiche dei target di riferimento.

Il marketing assume quindi un ruolo di fondamentale importanza anche per chi possiede un punto vendita.

Cosa può fare il marketing una volta che si hanno ben chiare le caratteristiche distintive del proprio target?

Il primo aspetto è progettare in modo efficace il percorso del cliente.

Ovvero, pianificare gli stimoli emotivi e gli aspetti ambientali, sonori, visivi e persino decorativi, sui quali un punto vendita può fare leva per guidare e stimolare l’esperienza di acquisto del cliente.

Il punto vendita presenta, infatti, delle “zone a basso potenziale di vendita” e delle “zone ad alto potenziale di vendita”.

Le “zone ad alto potenziale” sono anche dette aree di accoglienza e fungono da vetrina dei prodotti caratteristici del negozio; si tratta degli spazi che l’utente incontra appena effettua il suo ingresso nel negozio e che presentano spesso prodotti di tipo stagionale con prezzi di occasioni con il fine di indurre un bisogno e stimolare l’utente all’acquisto.

Le “zone a basso potenziale” sono invece le aree più appartate e quegli scaffali sui quali sono posizionati i prodotti che rispondono a un bisogno espresso, ossia che il cliente dichiara apertamente e che è disposto a cercare autonomamente all’interno del punto vendita, senza che il venditore debba fare leva sul suo coinvolgimento emotivo.

Luci e profumi contribuiscono fortemente alla definizione di queste zone.

 

Tutto ciò, con l’obiettivo primario di stimolare il cosiddetto acquisto di impulso. Si pensi al profumo di brioche che capita di sentire passeggiando nel reparto forno dei centri commerciali o a quello di pollo arrosto che pervade gli scaffali del supermercato proprio all’ora della pausa pranzo. Un caso? Naturalmente no.

 

Il coinvolgimento emotivo assume un ruolo di grande valore nel punto vendita e non soltanto per quanto riguarda l’olfatto. Anche la vista è un senso che il marketing analizza profondamente e che guida nella fase di acquisto di un consumatore.